Il Portogallo, un tempo una meta ambita dai pensionati in cerca di condizioni fiscali favorevoli e una migliore qualità di vita, non offrirà più incentivi fiscali per le pensioni a partire dal 2024. L’aumento degli espatriati, in particolare i pensionati, ha fatto salire alle stelle i prezzi immobiliari, suscitando preoccupazioni anche tra la popolazione locale. In risposta a ciò, il primo ministro António Costa ha dichiarato essere una “scelta obbligata” porre fine ai benefici fiscali per i pensionati stranieri.

Ci si aspetta che questo cambiamento porti a una diminuzione del numero di pensionati che scelgono il Portogallo come loro nuova casa, spingendo alla ricerca di destinazioni alternative. La domanda ora è: dove possono i pensionati trovare vantaggi fiscali per mantenere uno stile di vita dignitoso solo con le loro pensioni?

Evoluzione degli Incentivi Fiscali in Portogallo per le Pensioni

Fino al 2020, i pensionati godevano di esenzione fiscale completa in Portogallo. Ciò ha portato a un rapido afflusso di pensionati italiani, convinti di aver trovato un paradiso idilliaco per gli anni della pensione. Il numero di pensionati italiani in Portogallo è salito a 3.500 nel 2021, un aumento significativo rispetto ai meno di 1.000 registrati nel 2017. Tuttavia, il governo portoghese ha rivalutato le sue politiche fiscali, introducendo un’aliquota fiscale del 10% sulle pensioni dopo 10 anni di residenza abituale. Inoltre, professionisti e nomadi digitali beneficiavano di tasse fisse del 20%.

Nonostante la popolarità, il governo portoghese ha deciso di cambiare rotta, ponendo fine agli incentivi fiscali per i pensionati stranieri dal gennaio 2024. Coloro che già beneficiano del regime attuale continueranno a farlo, ma il panorama cambierà drasticamente per i nuovi arrivati. Tuttavia, le detrazioni fiscali saranno mantenute per coloro con pensioni inferiori a €7.112 all’anno.

Comprensione della Residenza Fiscale

A seguito delle notizie sul Portogallo, i pensionati che avevano considerato il paese devono ora rivalutare le loro opzioni. La chiave sta nel trovare nuovi “paradisi fiscali” che offrano oneri fiscali ridotti sulle pensioni. Comprendere la residenza fiscale è cruciale per prendere decisioni informate e garantire la conformità ai requisiti legali.

Trasferirsi all’estero ed stabilire correttamente la residenza fiscale è il primo passo per godere dei benefici senza incorrere in sanzioni legali. L’obiettivo è quello di far tassare il reddito pensionistico esclusivamente nel paese scelto con le aliquote fiscali più basse. Le leggi fiscali italiane, in particolare l’articolo 3 del Decreto Legislativo n. 917/86 (TUIR), delineano le regole fiscali per residenti e non residenti in Italia. Per essere considerati fiscalmente residenti all’estero, devono essere soddisfatte determinate condizioni, tra cui non essere registrati in Italia per più della metà dell’anno, non avere un domicilio in Italia per più della metà dell’anno e non avere residenza abituale in Italia per più della metà dell’anno.

Paesi con Oneri Fiscali Ridotti per i Pensionati

Con queste considerazioni in mente, i pensionati possono esplorare vari paesi per oneri fiscali ridotti. Ad esempio, la Grecia impone una tassa del 7% sul reddito pensionistico straniero per 15 anni. La Croazia ha un’aliquota fiscale graduata del 12% per pensioni fino a €2.300 e del 18% per importi che superano quella soglia. La Tunisia offre un regime fiscale favorevole, con una tassa del 20% su un 7% del reddito pensionistico. Malta, Cipro, le Isole Canarie, la Romania e paesi dell’Europa orientale come Bulgaria, Slovacchia e Albania presentano anche opzioni interessanti con incentivi fiscali variabili.

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